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Trattamenti e terapie anti tumorali

Trattamenti e terapie anti tumorali

Complessivamente nel nostro Paese ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore.

I dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) indicano per il 2014 (ultimo anno al momento disponibile) poco più di 177.301 decessi attribuibili a tumore, tra i circa 600.000 decessi verificatisi in quell’anno. I tumori sono la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi), dopo le malattie cardio-circolatorie (37%). (1)

La teoria prevalente formulata alla metà del secolo scorso interpreta il cancro come un insieme di circa 200 malattie caratterizzate da un’abnorme crescita cellulare, svincolata dai normali meccanismi di controllo dell’organismo. Il processo di trasformazione di una cellula normale in cellula neoplastica avviene attraverso varie tappe con accumulo di anomalie genetiche, funzionali e morfologiche. (1)

Ricerca e nuove tecniche anti-tumorali

Negli ultimi 20 anni la ricerca si è focalizzata sull’identificazione e lo studio di tecniche sempre più innovative al fine di trattare le diverse tipologie di tumore in maniera efficace e sempre più a minor invasività. Per combattere il cancro la medicina può oggi avvalersi di diversi strumenti. (3)

Terapie non chirurgiche

Le cosiddette terapie non chirurgiche utilizzate per il trattamento dei tumori sono sempre più diffuse ed efficaci. Sono tuttavia associate ad effetti avversi e complicanze a breve e lungo termine, con un impatto negativo talvolta rilevante sulla qualità di vita del paziente, sull’esito delle terapie durante la fase di cura e, quindi, sulla prognosi della patologia neoplastica. (2)

Trattamenti e terapie anti tumorali

  1. La cosiddetta sorveglianza attiva (3) è una metodica riservata alle forme tumorali a lentissimo accrescimento (come alcuni tumori prostatici) e prevede di tenere la malattia sotto stretta osservazione mediante esami di controllo ripetuti.
  2. La radioterapia (3) utilizza raggi X ad altissima frequenza per distruggere le cellule cancerose. In genere viene concentrata il più possibile nell’area affetta dalla malattia per evitare di danneggiare le cellule sane.
  3. In altri casi è possibile collocare una sorgente permanente di radiazioni all’interno o vicino alla zona da trattare. Parliamo dunque di brachiterapia (derivante dal greco brachýs, lento), o di radioterapia interna.
  4. La chemioterapia (3) utilizza farmaci citotossici, ovvero tossici per le cellule. In genere il loro effetto è quello di bloccare la divisione delle cellule in rapida replicazione, senza però distinguere tra cellule sane e cellule malate. Questo è il motivo per cui le chemioterapie presentano effetti collaterali su tutti i tessuti a rapido ricambio, come le mucose, i capelli e il sangue.
  5. La terapia ormonale (3) viene in genere impiegata per il trattamento dei cosiddetti tumori ormono-sensibili (come quello della mammella e della prostata), in cui tali sostanze hanno una funzione di stimolo della divisione cellulare, andando ad alterare l’equilibrio ormonale nell’organismo.
  6. farmaci biologici (3) sono sostanze che anche l’organismo potrebbe produrre naturalmente per combattere la malattia. In genere si tratta di anticorpi in grado di “riconoscere” la cellula tumorale e promuoverne la distruzione da parte del sistema immunitario. Talvolta l’anticorpo trasporta all’interno della cellula malata una sostanza tossica o un elemento radioattivo che ne provocano la distruzione. Una variante relativamente recente di farmaco biologico è costituito dai cosiddetti inibitori della crescita tumorale, che vanno ad interferire con i messaggeri chimici che le cellule utilizzano per svilupparsi e dividersi.
  7. L’immunoterapia (3) consiste nella creazione di vaccini capaci di “risvegliare” il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Sono disponibili vaccini contro il melanoma e, in forma sperimentale, contro alcuni tipi di tumori del colon-retto. In Europa nessuno di questi prodotti è ancora stato approvato, ma diversi approcci sono in fase avanzata di studio.
  8. La tecnica HIFU (4), acronimo di High Intensity Focused Ultrasound (Ultrasuoni Focalizzati ad Alta Intensità), è una metodica basata sul trasferimento a concentrazione di energia meccanica (vibrazioni) dall’esterno all’interno del corpo umano, attraverso la cute ed i tessuti interposti tra il trasduttore e il bersaglio da trattare al fine di:
  • aumentare la temperatura fino a valori che danneggiano irreversibilmente le cellule colpite;
  • generare il fenomeno della cavitazione, che disgrega violentemente i tessuti a causa dell’elevata energia meccanica impiegata;
  • generare la coagulazione e l’occlusione dei piccoli vasi ematici, con conseguente interruzione del flusso di sangue e dunque necrosi dei tessuti colpiti.

Chirurgia

La chirurgia (3) rappresenta l’opzione terapeutica principale nella maggior parte dei tumori solidi. Talvolta, per facilitare il lavoro del bisturi, si tenta di ridurre la dimensione della massa tumorale mediante cicli di chemioterapia o radioterapia pre-operatoria. In genere, l’intervento chirurgico risulta controindicato nei casi in cui:

  • il tumore è molto esteso e la malattia è in fase avanzata. In questi casi è meglio ricorrere a terapie farmacologiche, ormonali o cure mirate che raggiungano le cellule tumorali ovunque esse siano localizzate nell’organismo;
  • il tumore risulta localizzato in una posizione per cui l’intervento chirurgico rischierebbe di danneggiare gravemente importanti organi adiacenti, per esempio grossi vasi sanguigni o strutture cerebrali;
  • il paziente soffre di linfoma o leucemia, malattie in cui le cellule tumorali circolano nel sistema linfatico o nel sangue.

Negli ultimi anni, è stato introdotto l’impiego, per alcuni tumori e in particolari circostanze, della radioterapia intraoperatoria, che, durante l’intervento chirurgico, consente di concentrare una maggior dose di radiazioni proprio nella zona in cui il tumore si era sviluppato, riducendo il rischio di recidive.

Termoablazione

La termoablazione (3) è una tecnica efficace e meno invasiva rispetto all’approccio chirurgico classico. Introdotta circa vent’anni fa, prevede l’uso del calore per la distruzione delle cellule tumorali. I tumori per cui la termoablazione trova la sua efficacia sono quelli di fegato, reni, polmone e ossa.

La scelta della migliore opzione terapeutica per affrontare la malattia viene stabilita dal medico in funzione del tipo di tumore, della sua localizzazione ed estensione e delle condizioni generali di salute del paziente. L’obiettivo è di controllare la malattia e ridurne la sintomatologia associata, riducendo allo stesso tempo gli effetti collaterali della terapia. Il focus resta il miglioramento della qualità di vita del paziente in associazione ad un incremento dell’aspettativa di vita e dunque riduzione della mortalità. (3)

BIBLIOGRAFIA

  1. “I numeri del cancro in Italia 2017”, Ministero della Salute, Rapporto AIOM – AIRTUM
  2. Ministero della Salute, Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione, “Raccomandazioni per la promozione della salute orale, la prevenzione delle patologie orali e la terapia odontostomatologica nei pazienti adulti con malattia neoplastica”, Gennaio 2014
  3. AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – https://www.airc.it/
  4. “Il trattamento HIFU”, Istituto Europeo di Oncologia – https://www.ieo.it/

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